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Olio Extravergine di Oliva, tra varietà e verità. Il resoconto del convegno

L’oro verde non poteva ambire ad una celebrazione migliore. Con le incoraggianti parole del presidente del Consiglio Regionale Eugenio Giani e il consigliare Enrico Sostegni che hanno sottolineato il valore dell’olivicoltura nel territorio toscano soprattutto dal punto di vista culturale e paesaggistico. Ripreso poi in sala consigliare durante il convegno dal sindaco di Montespertoli, il tema dell’identità culturale che caratterizza la coltura dell’olivo è di primaria importanza. Si sono succeduti numerosi relatori che hanno portato recenti studi sulla gestione sostenibile dell’oliveto e la valorizzazione della biodiversità olivicola, esperienze e strategie per trattamenti e cure nel rispetto dell’ambiente e nuove sfide nel settore della frangitura, la ristorazione, il mercato di questo prezioso nettare.

Si, perché sopra ogni contenuto affrontato quello che è emerso maggiormente è la scarsa attenzione che viene data all’olio extravergine di oliva ai fini del nutrimento e delle qualità nutraceutiche. Proprio per questo si è proposto di inserire nei prossimi appuntamenti sul tema la presenza di un nutrizionista e/o medico di settore. La salute e la qualità prima di tutto. Ospiti importanti come Barbare Alfei (premio il Magnifico menvra donna dell’olio dell’anno) che ci ha raggiunti dalle Marche con la propria esperienza nella valorizzazione dell’extravergine esponendoci un meraviglioso omaggio alle varietà botaniche olivicole italiane tipiche grazie alla moltitudine di qualità
sensoriali che esse esprimono. A seguito il Vice presidente IGP Marche che nonostante la recente e piccola realtà di consorzio, ha fatto riflettere come, da noi in Toscana, stiamo forse perdendo l’autenticità di un marchio nato per il rispetto della tradizione d’eccellenza oltre che del mercato. Per non perdere il patrimonio delle produzioni locali.

Non sono mancate proposte per l’inserimento di un olio extravergine di qualità in tutte le mense scolastiche, il ritorno a piantare olivi e la gestione urgente delle olivete in abbandono. L’importanza della frangitura di qualità e del mercato dell’olio nella ristorazione con la virtuosa esperienza del frantoio Torre Bianca e dell’associazione A.I.R.O. di Matteo Mugelli. Urgente il richiamo ad una gestione ecologica delle olivete da parte dell’agronomo Angelo Bo che ha illustrato il sapiente utilizzo di inerbimenti e biostimolanti per una agricoltura nel completo rispetto dell’ambiente e in virtù dei cambiamenti climatici in corso.

Presente e esaustivo anche l’intervento da parte del rappresentante di slow food Toscana che ha sottolineato l’impegno nelle politiche di valorizzazione del cibo e dell’olio extravergine nei progetti in corso sul territorio. Alberto Grimelli poi apre al mercato globale con dati importanti su cui riflettere: il 23% della produzione di olio italiano è toscano, il 67% degli olivi toscani si trova su pendenze di oltre il 15% e il 28% sono sottoposti a vincolo paesaggistico. A evidenziare come sia complessa e unica l’olivicoltura nella nostra regione e quanto questo concorra poi nel prezzo al Kg a confronto con altri territori europei nel mercato globale. Ispirante il Presidente IGP Toscana e Coldiretti Fabrizio Filippi che conclude il convegno con un invito alla cooperazione dal basso mantenendo forte la potenza evocativa della nostra cultura agricola che più ogni altra cosa è il valore aggiunto nell’olivicoltura toscana.

Per ambire al superamento dell’attuale paradosso in cui la richiesta di olio è in aumento e la produzione in calo. Mai scontato l’intervento del moderatore Dario Boldrini che riporta l’attenzione sulla necessità di vietare l’uso di diserbanti nel nostro territorio, la necessità di dematerializzare il valore del prodotto finito per completarlo di tutti quei valori di tradizione contadina e cultura ecologica che nutrono l’oro verde di un valore aggiunto, l’apertura verso nuove pratiche agricole naturali .

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