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Come combattere la mosca dell’olivo: i consigli del nostro agronomo Angelo Bo

I nostri olivi stanno superando una delle fasi più affascinanti ma anche più delicate: la fioritura e l’allegagione. Sì perché proprio la fioritura, l’impollinazione e la conseguente formazione del piccolo frutto (allegagione) sono le più delicate e molto sensibili al caldo al fresco, alle variazioni repentine di temperatura, alla mancanza di acqua. Ma in agricoltura si deve sempre guardare avanti, a cosa succederà nelle settimane successive, ed essere pronti a intervenire se e quando ce ne sarà bisogno. Con la fine di giungo nelle aree costiere e successivamente anche nelle aree olivicole interne sarà importantissimo avere le trappole in campo per poter controllare l’inizio eventuale dei voli della mosca delle olive. 

La mosca dell’olivo, detta anche mosca olearia (Bactrocera oleae) è infatti considerata tra le avversità più gravi che colpiscono gli ulivi.
Le trappole in questa fase sono importantissime, perché ci permettono di posizionare i trattamenti a basso impatto ambientale per contenere le successive deposizioni di uova. Se la mosca adulta riesce a deporre il suo uovo dentro all’oliva, da questo si formerà, nell’arco di una settimana circa, una larva (un piccolo “bruco” biancastro visibile appena nato solo al miscroscopio) che comincerà a nutrirsi della polpa delle olive e crescendo formerà gallerie sempre più grandi.

I danni che può fare la mosca sono di due tipi:

  • qualitativi, perché dentro a quelle gallerie si formano reazioni di ossidazione e fermentazione che a causa della rottura delle pareti delle cellule che compongono l’oliva degradano l’olio e lo rendono decisamente sgradevole al gusto e all’olfatto, riducendo anche tutte quelle sostanze tanto utili alla nostra salute che possiamo trovare nell’olio da olive sane.
  • quantitativo, perché l’oliva a un certo punto cade e quindi l’olivicoltore perde una produzione importante per ripagare tutti costi di mantenimento dell’oliveto che tanto ci piace vedere nel nostro paesaggio delle colline toscane.

Il lavoro dell’agricoltore nel difendere le colture è quindi importantissimo, sia per la conservazione dell’ambiente che di un prodotto davvero eccellente e salubre per il consumatore. Il massimo impegno dell’Associazione Produttori Colline Toscane e delle aziende socie è nelle ricerca di quanto necessario con il minimo danno, la massima qualità e il minor impatto ambientale possibile. La mosca compirà più generazioni (cicli dall’uovo all’adulto) e il danno potrà essere davvero elevato, è fondamentale monitorare cosa succede e come riporta il detto “chi ben comincia, è a metà dell’opera

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